Calcoli renali: le tipologie e i rimedi per l’espulsione

Calcoli renali: le tipologie e i rimedi per l’espulsione 

I calcoli renali sono una delle più comuni malattie delle vie urinarie e la loro espulsione può avvenire naturalmente o con piccoli interventi di chirurgia, veloci e poco invasivi. Ecco tutto quello che devi sapere se soffri di calcolosi renale.

Ogni anno in Italia sono registrati 100.000 nuovi casi di un disturbo, il cui il sintomo principale è dolore intenso alla zona lombare: parliamo dei calcoli renali, un malessere che guarisce con l’espulsione naturale e una cura medica a base di farmaci. Qualora, però, le dimensioni dei calcoli fossero più grandi di 7 mm, si deve intervenire con la chirurgia mini invasiva, che aiuta a polverizzare questi “sassolini” presenti nelle vie urinarie: rene, uretere, vescica. Che sia dunque spontanea o fatta con interventi chirurgici, l’espulsione dei calcoli renali non va sottovalutata perché possibile causa di patologie ai reni.

Scopriamo nel dettaglio gli interventi e tutti gli accorgimenti per la prevenzione.

Come si formano i calcoli renali

I calcoli renali sono dei piccoli sassolini, composti da cristalli aggregati contenuti nelle urine. La loro formazione avviene già all’interno del rene, attraverso un processo chimico definito “sovrasaturazione”, cioè quando il concentrato di sali minerali nelle vie urinarie è più alto rispetto alla norma. Le cause includono, tra i fattori esterni, la disidratazione, una dieta troppo ricca di proteine, zuccheri e sale; mentre, di grande rilevanza per la sua insorgenza sono anche i fattori genetici.

Tipi di calcoli renali

I calcoli renali differiscono tra loro per dimensioni, forma e composizione. Essi variano da pochi millimetri fino a 6-7 cm di diametro e sono composti da cristalli differenti: ossalato di calcio che riguarda circa l’80% dei pazienti, fosfato di calcio, acido urico, struvite (in caso di infezione urinaria) e cistina (generati da una rara patologia ereditaria).

La composizione, in questo caso, è fondamentale per stabilire quale terapia medica di prevenzione effettuare, impedendo così recidive; oppure per stabilire il tipo di intervento chirurgico a cui sottoporsi.

I sintomi dei calcoli renali prima dell’espulsione

I calcoli renali, prima della loro espulsione, si manifestano con dei sintomi specifici e subito riconoscibili che includono fitte lungo i fianchi, la schiena, l'inguine o il basso addome; a queste fitte si aggiungono sudorazione, dolore durante la minzione, la presenza di urine torbide e incapacità di svuotare la vescica. In alcuni casi possono manifestarsi anche febbre, nausea e vomito.

Chi sono i soggetti più colpiti

La calcolosi renale è una patologia molto diffusa, basti pensare che ne soffrono circa tre uomini e due donne su venti. Queste formazioni di sali minerali, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono molto più frequenti nelle persone di età compresa tra i 30 ed i 60 anni, mentre sono rari i casi prima dei 20 anni.

Diagnosi dei calcoli renali prima di procedere all’espulsione

Quando si ha il sospetto di avere i calcoli renali, prima dell’espulsione, vengono prescritti esami del sangue e delle urine. In questo modo, si può valutare la funzione del rene e la concentrazione di ioni o sali dei calcoli; gli strumenti per la diagnosi prevedono la radiografia RX, l’esame diagnostico TC all’addome o l’ecografia.

Grande importanza ha anche l’analisi del calcolo renale dopo l’espulsione: il medico specialista lo esaminerà per valutare la composizione e, successivamente, impostare la terapia adatta.

Come espellere i calcoli renali naturalmente

Quando i calcoli sono asintomatici e di piccole dimensioni (fino a 5-7 mm), di solito l’espulsione avviene naturalmente, magari si può favorire il processo assumendo 2/2.5 litri di acqua al giorno (con residuo fisso inferiore a 50 mg per litro). Nel caso di dolore intenso si può ricorrere al calore, con una borsa dell’acqua calda o antispastici e analgesici per rilassare la zona interessata e diminuire il dolore.

I farmaci FANS agiscono, invece, riducendo l’infiammazione e l’edema che può essere presente nell’ambito della parete delle vie urinarie in contatto con un calcolo.

L’intervento con le onde d’urto per i calcoli nell’uretere

Quando invece i calcoli arrivano nell’uretere e sono al di sotto dei 2 cm, o sono composti da ossalato di calcio, allora viene in soccorso la chirurgia mini-invasiva. Una di queste è la litotrissia renale extracorporea, una tecnica che consiste nel “bombardamento” del calcolo tramite onde d’urto, con lo scopo di frantumarlo in piccoli frammenti che sono poi espulsi spontaneamente. La sonda che genera queste onde d'urto sonore, può essere posizionata all'esterno, oppure all'interno del corpo.

L’intervento di espulsione per i calcoli renali voluminosi

Quando i calcoli hanno grandi dimensioni viene usata la tecnica percutanea. Basata su un’incisione sul fianco nella zona lombare, alla quale si accede al rene tramite uno strumento. Questa tecnica permette di trovare il calcolo, frantumarlo e asportare i frammenti in modo mini-invasivo; e la degenza è di circa due notti post intervento.

Il laser per aiutare l’espulsione dei calcoli renali

La litotrissia transuretrale, detta anche ureterolitotrissia, è invece una tecnica endoscopica senza incisioni. Utilizzata quando i calcoli sono di diametro superiore a 1 cm. La tecnica prevede l’uso di una sonda (ureterorenoscopio) introdotta attraverso l’uretra e, una volta identificato lo sbocco ureterale, si inserisce un filo guida di sicurezza. Risalendo lungo l’uretere e raggiunto il calcolo, viene frantumato con il laser; i suoi  frammenti vengono poi estratti con appositi “cestelli”. Questo intervento avviene in anestesia generale e prevede una degenza, nei casi meno gravi, di una notte.

Quando il calcolo renale viene espulso fa male?

Il calcolo renale durante il processo di espulsione, raggiunta la giunzione uretero-vescicale, genera lo stesso dolore che si prova con la cistite. Inoltre, durante il tragitto nelle vie urinarie può causare delle piccole lesioni e, di conseguenza, la comparsa di sangue nelle urine.

Tempo di espulsione spontanea dei calcoli renali

I calcoli renali di piccole dimensioni (fino a 5-7 mm) per il processo di espulsione spontanea richiedono circa dai 2 ai 15 giorni.

Conseguenze dei calcoli renali senza l'espulsione

Quando i calcoli renali raggiungono le dimensioni di una pallina da golf, possono spostarsi dalla sede di origine e ostacolare il flusso dell'urina. Ciò causa un dolore spesso molto intenso e favorisce lo sviluppo di infezioni urinarie.

Se il calcolo renale viene trascurato per lunghi periodi di tempo, contribuisce alla formazione di danni irreversibili ai reni, aumentando anche le probabilità di sviluppare un’insufficienza renale progressiva.

La prevenzione contro i calcoli renali

Come accennato, una delle cause scatenanti dei calcoli renali che richiedono poi l’espulsione, è la dieta. Per questo, è fondamentale seguire degli accorgimenti da inserire nella propria alimentazione e diminuire l’incidenza o la recidiva del malessere. Fra quelli più efficaci ci sono:

      Limitare l'apporto di sodio: preferire 1500 mg al giorno di sale;

      Evitare le aringhe, le sardine, le acciughe, le interiora (come il fegato), i funghi, gli asparagi e gli spinaci. In questo modo impedirai la formazione di calcoli composti da acido urico;

      Non usare integratori di calcio e vitamina D e limitare a 2 o 3 porzioni giornaliere gli alimenti ricchi di calcio; accorgimento che aiuta contro la formazione di calcoli composti da calcio;

      Evitare salumi, carni lavorate o marinate;

      Inserire il limone nella dieta, un agrume molto utile contro la formazione i calcoli di calcio e capace di ridurre il rischio di calcoli di acido urico;

      Consumare cibi poveri di grassi, come le carni bianche e le uova;

      Raggiungere l’apporto di proteine anche con fagioli, lenticchie e frutta a guscio.

 

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